Enzo Amato, La musica del sole
Enzo Amato, La musica del sole, viaggio attraverso l'insuperabile scuola napoletana del settecento. Controcorrente 2012, pp. 320.
Enzo Amato, La musica del sole, viaggio attraverso l'insuperabile scuola napoletana del settecento. Controcorrente 2012, pp. 320.
Questo libro non vuole essere un trattato sul Settecento Musicale Napoletano, né tantomeno ha la pretesa di fornire al lettore acculturato notizie sensazionali, è semplicemente una riflessione per cominciare a intraprendere un percorso che possa mettere ordine in quella che è la storia della musica in generale, che non può esimersi dal fare i conti con uno dei fenomeni più importanti di sviluppo e consapevolezza musicale che si siano generati in un preciso luogo e in un determinato tempo: la Scuola Musicale Napoletana.
La Scuola Musicale Napoletana, nonostante l'arco temporale in cui si concentra, dal 1685 al 1850 circa, da Francesco Provenzale, Alessandro Scarlatti e Francesco Durante a Saverio Mercadante, Nicola Zingarelli e Vincenzo Bellini, nonostante l'alto numero di compositori rinomati in tutto il mondo dell'epoca, nonostante la copiosa produzione musicale sacra e profana, strumentale e vocale sparsa in biblioteche di mezzo mondo, è rimasta pressoché sconosciuta al grande pubblico.
Questo libro è frutto di anni di ricerca e nasce dalla passione e dalla voglia di scoprire ed ordinare i tasselli di una storia, la storia della musica, anch'essa scritta, fino ad oggi, da chi vuole annientare la cultura dei popoli per controllarli, inducendoli a credere alle cose più inverosimili. A pagarne le conseguenze sono stati i musicisti di scuola napoletana, tra cui Domenico Scarlatti, Pasquale Anfossi, Giovanni Paisiello e l'allievo di Gioacchino Cocchi, Andrea Luchesi. Attraverso la confusione, l'occultamento e la deformazione degli eventi, che sono qui analizzati e smontati punto per punto dalla verità e dalla ragione, la storiografia predominante ha mitizzato la Wiener Klassik, di cui Wolfgang Amadeus Mozart è il massimo esponente. Tutto questo in nome della Grande Opera, che non può prodursi se non attraverso uno stato di putrefazione e di dissolvimento: non si può giungere al Nuovo Ordine Mondiale se non attraverso un disordine scientemente organizzato.