Orazio Ferrara, Sarrastes
Orazio Ferrara, Sarrastes. Un popolo della Campania antica tra mito e storia, D'Amico editore, Nocera Superiore 2023, pp. 142
Orazio Ferrara, Sarrastes. Un popolo della Campania antica tra mito e storia, D'Amico editore, Nocera Superiore 2023, pp. 142
Il segno impresso dal popolo dei Sarrastes nella storia della Campania antica, poi Felix, si può ritenere, senza dubbio alcuno, indelebile. Sono genti sarraste a contribuire alle fondazioni di Pompei e Nuceria Alfaterna e, prima ancora, del villaggio protostorico fluviale della Longola e delle misteriche città di Fensern, Hyria e Urbula. Dal preistorico culto delle sacre sorgenti, retaggio di una arcaica religiosità mediterranea preindoeuropea, dove s’intravedono relitti cultuali della dea Mefite, la primigenia divinità italica, venerata e invocata per dare fertilità ai campi e per concedere fecondità alle donne, al culto del dio Sarniner, la cui effigie viene impressa sulle artistiche monete coniate dalle città e dai pagi dell’agro sarnese-nocerino. Il benefico dio fluviale che ritroviamo poi, successivamente, in tanti colorati affreschi murali della Pompei sepolta dalle ceneri del Vesuvio. I Sarrastes sono un’aristocrazia guerriera che domina fin dall’inizio del primo millennio avanti Cristo quella parte della Campania adiacente al corso del fiume Sarno e il loro destino guerriero è cantato financo da Virgilio nella sua Eneide. Non solo leggenda, perché, in età storica, li vediamo combattere al fianco dei Romani, nella drammatica e infausta giornata di Canne. E Sarrastes sono in gran maggioranza i legionari delle schiere del nocerino Publio Sizio nella sua avventura nell’Africa numidica al tempo di Giulio Cesare. Come Sarrastes sono i tanti arruolati nella III Legione Augusta, che presidiano, ai tempi dell’impero, i confini dell’Africa divenuta ormai romana. A loro si deve la fondazione della città africana di Milevi, la Sarnia Milevi.