L'identità perduta romanzo e idillio

L'identità perduta romanzo e idillio

Gianpiero Cavaglià, L'identità perduta romanzo e idillio, Guida Editori, Napoli 1984, pp. 110.

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Al romanzo moderno, settecentesco, si è sempre guardato come al genere che segna la nascita dell'autocoscienza del soggetto moderno alla ricerca della propria identità. Di fatto tale romanzo costituisce invece spesso, soprattutto nella sua variante "sentimentale", una vera e propria minaccia all'identità del lettore, a cui suggerisce una forma simpatetica di identificazione con i personaggi. Proprio rendendosi conto di tale pericolo, gli scrittori tendono spesso ad annullare la carica distruttiva delle loro opere dissolvendo il romanzo nell'idillio, termine a cui aspirano le due opere che costituiscono l'oggetto principale del presente lavoro: I dolori del giovane Werther e Giulia o La Nuova Eloisa. Nell'Europa occidentale del XVIII secolo il romanzo è frutto di una dinamica socio-culturale che ha sconvolto l'immagine tradizionale dell'uomo e del mondo; in aree geografiche più "periferiche" quella visione predomina a lungo e il romanzo fa una comparsa tardiva, ma istanze romanzesche si fanno sentire nei generi dell'epistolografia e dell'idillio in prosa. E' il caso dell'Ungheria, a cui sono dedicati i capitoli su Kelemen Mikes e Mihàly Csokonai Vitéz.