Pierluigi Bacci, Il doppio perturbante

Pierluigi Bacci, Il doppio perturbante

Pierluigi Bacci, Il doppio perturbante, Stampeditore, Reggio Emilia 2018, pp. 282.

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Un “Codice da Vinci” ambientato negli anni Venti a Fiesole, dove abitano strani personaggi, succedono cose non chiare e avvengono tre atroci uccisioni. Delitti legati a un poemetto del Petrarca e a un trittico di Jacopo del Sellaio presenti nel piccolo museo cittadino. Un caso complicato, un enigma da decifrare. Il maresciallo capo Guerri, aiutato dal fedele Lupo e dal giornalista Lepri, riuscirà a risolvere il busillis solo grazie a una felice intuizione. Occhi per vedere, orecchie per sentire, naso per fiutare. Tutto il resto è noir --- Il dottor Paoli, seguito dal maresciallo capo Guerri, entrò nel corridoio che dava sulle stanze. Gli altri rimasero sul pianerottolo. Nell’aria si sentiva un buon odore di cera e di pulito. I due si guardarono negli occhi con un’espressione interrogativa. Guerri fece cenno al collega Lupo di aspettare e con il dottore accanto avanzò verso l’unica porta chiusa. La spalancò e in una stanza da letto linda vide una donna girata di spalle davanti alla finestra. Indossava un pullover nero e una gonna a quadri. Sul letto c’era seduta una grande bambola di porcellana con un vestito bianco e un cappellino viola con la veletta. Quando la donna si girò, Guerri e Paoli non poterono far a meno di esclamare, all’unisono: «O mio Dio!».