Enrico Annibale Butti, L'anima
Enrico Annibale Butti, L'anima. Memorie di Alberto Sarcori, introduzione di Gianandrea de Antonellis, Keres, Mercogliano 2013, pp. 192
Enrico Annibale Butti, L'anima. Memorie di Alberto Sarcori, introduzione di Gianandrea de Antonellis, Keres, Mercogliano 2013, pp. 192
«Seduto su la poltrona, a piè del letto, stava il Fantasma. La sua mano sinistra era appoggiata sul piano a così breve distanza da me, che la potevo Investigare minuziosamente: questa mano era bianca, molto scarna, d’un garbo signorile, rivestita presso il polso e su le prime falangi da una spessa lanuggine, e ornata da unghie piuttosto lunghe, adunche e ben tenute, lo pensava, trepidante, nell’osservarla: “Può dunque essere un inganno?”. E, supino sul letto, evitavo di muovermi, per tema di richiamar su me l’attenzione e lo sguardo dello spettro, che sembrava distratto o assorto. Contemporaneamente la ragione m’andava suggerendo che, se avessi fatto il più lieve moto, le modificazioni prodotte da questo su le pieghe della coperta avrebbero provocato senza dubbio la disparizione di quella mano. Combattuto tra le incitazioni razionali e l’istintivo timore, io rimasi un certo tempo esitante. In fine, poiché sempre la vedevo ferma chiara evidente presso di me, io mi dissi: “Se osassi toccarla?”. E, procurando di spostarmi col corpo o meno possibile, con lenta precauzione, estrassi un braccio di sotto le coltri, e lo allungai tremante verso di essa».
In un mondo che crede solo nella “forza essiccatrice della ragione’’, un giovane studente in medicina non può Accettare di aver visto realmente un fantasma, il suo lucido e analitico resoconto cercherà dì dare una risposta al quesito che lo assilla. I fantasmi - e quindi l’anima - esistono davvero o ciò che ha visto è solo frutto dì un’allucinazione?