La Milizia del Tempio
Gabrile Petromilli, La milizia del tempio, Edizioni Ar, 1991, pp. 100.
Gabrile Petromilli, La milizia del tempio, Edizioni Ar, 1991, pp. 100.
[...] Mentre i cavalieri secolari spesso sprecavano le proprie potenzialità in opere vuote di contenuti religiosi ed etici, i Templari, invece, seppero rivelare lo stile superiore della "Chevalerie", operando la subordinazione rigorosa dei valori mondani alle verità sovramondane [...]
Il motto dei Templari fu: "Non nobis, Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam" — severa e grandiosa sintesi del disinteresse, dell'impersonalità, del distacco dalle vanità secolari che alimentavano l'ascesi del guerriero Templare. A Dio questi sacrificava persino il proprio onore: il 'suo' onore rientrava così nel centro di cui esso era umana emanazione: la Gloria divina [...]. In ogni azione compiuta o progettata dai Cavalieri del Tempio colpisce la corrispondenza tra forme operative e simbologie ben precise. Queste si addentrano non solo nelle complesse coordinazioni dell'esoterismo universale, ma anche nei domini delle proposizioni filosofiche e delle dottrine politiche, perfino dei movimenti letterari [...]. Le figure della rosa, della spina, della croce e dell'aquila esprimono la coerente conversione in entità simboliche di tutti gli elementi del cosmo umano. Abbiamo l'impressione che i Templari abbiano voluto e saputo decantare dall'anima umana le figure archetipiche che costituiscono il basamento del "senso sacrale" nella sua totalità