Orazio Ferrara, Addio Sud. O briganti o emigranti

Orazio Ferrara, Addio Sud. O briganti o emigranti

Orazio Ferrara, Addio Sud. O briganti o emigranti, introduzione di Valentino Romano, Capone Editore 2012, pp. 152.

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Introduzione di Valentino Romano
Vita, amore e morte di un capobanda legittimista
Interrogatorio di un capobrigante
Io, Giuseppe Tardio avvocato e capobrigante
Il no di Palermo alla piemontesizzazione
Apologia dei Luciani
...e si finì emigranti
Uno studioso francese di fronte all'emigrazione
Poesie, canti e canzoni di briganti, emigranti e sudisti
La letteratura e le ragioni dei vinti
Bibliografia

Il mito intoccabile del Risorgimento, fatto di retorica patriottarda con bandiere al vento è medaglie luccicanti, è’ormai messo da tempo in discussione da una numerosa e a volte molto autorevole pubblicistica che, quasi per contrasto, non descrive più i vinti come crudelissimi briganti e spietati tagliagole. Una sorta di revisione, questa, che, al di là delle contrapposizioni che a distanza di tant’anni ancora persistono in non pochi ambienti intellettuali, non deve solleticare affatto antistoriche utopie secessionistiche. D’altronde non si possono cancellare 150 anni di storia unitaria, di guerre combattute e sofferte con la stessa divisa e sotto la stessa bandiera...
Certo, in un paese come il nostro, in cui non si riesce ad avere mai una storia condivisa per i periodi più controversi (insorgenze legittimiste e “brigantaggio” a Sud dopo l’unità, fascismo, resistenza, profughi istriani, etc.), in cui il tempo sembra non passare mai e la cronaca non diviene mai storia, tutto diventa più diffìcile. A volte noi italiani siamo veramente impossibili, riusciamo ad andare sulle barricate ideologiche per fatti accaduti oltre cent’anni fa, con intatti gli stessi odi e passioni di quel tempo lontano.
Questo libro è stato scritto per ricordare che quella del Regno delle Due Sicilie è una parte non secondaria della nostra storia nazionale, in cui confluisce e si amalgama. Di questa storia se ne chiede soltanto il rispetto, anche in nome delle ragioni e delle sofferenze dei perdenti.