Nicola Zitara, L'invenzione del Mezzogiorno
Nicola Zitara, L'invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria, Jaka Book, Milano 2011, pp. 496.
Nicola Zitara, L'invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria, Jaka Book, Milano 2011, pp. 496.
L’invenzione del mezzogiorno è la descrizione di come, manu militari, il capitale, gli affaristi e le banche tosco-piemontesi abbiano espropriato il Sud delle sue banche, che costituivano lo scheletro creditizio dell’economia meridionale e, tra l’altro, del primo capitalismo italiano che vide in Napoli l’unica metropoli a cavallo tra Settecento e Ottocento nella penisola.
Colonialismo perciò non in terre selvagge, ma di conquista su terre competitive col Nord; un Nord dove spesso la condizione contadina era peggiore. Non accumulazione primitiva tramite la tratta degli Africani o su Indios immiseriti, ma su una popolazione impoverita radicalmente da una conquista militare e dal furto dei propri strumenti di credito e delle terre.
È questo un discredito al farsi dell’Italia? No, qui non si discute il farsi dell’Italia, si discute la creazione di una colonia strumentale allo sviluppo del Centro-Nord.
I lavori di Zitara sono imprescindibili per guardare al formarsi del Paese; proseguire con il negazionismo non permette la progettualità per l’oggi e per il domani.
L’obiezione che ci fu il plauso per quanto operato sul piano politico-militare da parte di una fascia della borghesia meridionale non è un’obiezione, ma la conferma della lettura di Zitara. Ogni colonia basa il suo perdurare sull’esistenza di una borghesia «compradora» in loco, che enfatizza il ruolo svolto dalla stessa borghesia agraria.
Se questo volume è una storia finanziaria, a volte molto dettagliata, è però un importante strumento alla storia generale; per questo l’invito a rileggere i veloci saggi L’unità d’Italia: nascita di una colonia e Il proletariato esterno, due classici di Zitara, resta caloroso per il lettore che cercasse un’introduzione al tema.