Abele De Blasio, Storie di briganti

Abele De Blasio, Storie di briganti

Abele De Blasio, Storie di briganti. Presentazione di Gianni Custodero, Capone Editore 2001, pp. 143.

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Protagonisti delle vicende presentate sono prevalentemente briganti del versante campano, ma non mancano richiami a quelli lucani ed allo stesso Crocco: particolare attenzione è dedicata a Giuseppe Caruso, già luogotenente del "generale" tipico esempio di pentito premiato con la nomina a brigadiere delle guardie forestali. Ci sono Vincenzo Barone, ex soldato borbonico che piantò la bandiera con i gigli sul Vesuvio, Nunzio Di Paolo che imperversava tra Molise e Puglia, il "Crapariello", Antonio Apuzzo attivo nel Napoletano fino a Castellammare e ad Amalfi, "Pilone", per l`anagrafe Antonio Cozzolino, ex scalpellino, combattente con l`esercito borbonico a Calatafimi e costretto dalle persecuzioni della Guardia Nazionale a darsi alla macchia, ma anche Alfonso Carbone brigante fuori stagione tra luglio e settembre del 1868. definito dal Lombroso "fisionomia gentile del napoletano". Si racconta del sequestro del marchese Avitabile, presidente del Banco di Napoli, si parla di ricatti, di vendette, di fatti di sangue, di stupri, di omicidi ma anche di taglie favolose (addirittura ventimila lire, di allora, per Crocco e quindicimila per Ninco Nanco!). In quest`atmosfera da antica tragedia spunta un idillio "soave, verginale", come lo definisce l`autore, tra Carbone e la bella quindicenne Dora. "La vita dello spiatore dura poco" tiene a far sapere Cosimo Giordano al quale è dedicato l`ultimo ampio capitolo. Ex militare borbonico, dopo aver scorrazzato dal Matese alla Terra di Lavoro si era rifugiato nello Stato Pontificio, poi in Francia: tornato sulle sue montagne era stato catturato nel 1882 e poi condannato ai lavori forzati a vita nel 1884.