Briganti e pellerosse

Briganti e pellerosse

Gaetano Marabello, Briganti e pellirosse, Capone 2011, pp. 143.

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Nei saggi, che trattano le vicende legate al Regno delle Due Sicilie e al Brigantaggio, capita di trovare talvolta un cenno allo sterminio degli Indiani d’America. Accostamento quasi scontato, giacché ad evocarlo sta la parabola stessa di briganti e pellirosse, impegnati in una lotta senza quartiere e senza speranza contro un invasore che aveva identiche radici ideologiche. I pellirosse sono stati sempre dipinti nel peggiore dei modi dal western hollywoodiano classico. La loro storia, invece, lascia spazio a scoperte insospettate. Chi penserebbe mai che guerrieri così indomiti nutrissero per la suocera tanto rispetto da correre a nascondersi per non incrociarne il cammino? O che si gettassero gioiosamente a terra ogni volta che tornavano nel punto esatto in cui erano venuti alla luce? O che amassero la famiglia al punto da preferirla ad ogni altra ricchezza (conta non ciò che hai, ma chi hai)? Ombre, dunque, fatte annegare volutamente nell’oblio oppure dipinte unicamente a tinte fosche. Ed ecco perché il destino dei Nativi americani va a incrociarsi con quello di altri vinti della storia, i briganti. Cimentandosi nell’approfondimento del tema solo sfiorato da altri autori, Gaetano Marabello spiega come siano andate le cose nelle terre dell’ex Regno napoletano e nell’Apacheria. In questa ricerca di punti di contatto, traspare senza infingimenti la simpatia verso chiunque combatte per la sua terra, la sua famiglia, la sua religione, la sua cultura. Come, appunto, briganti e pellirosse.