I Savoia e il massacro del Sud
Antonio CIano, I Savoia e il Massacro del Sud, Grandmelò, 1996, pp. 258.
Antonio CIano, I Savoia e il Massacro del Sud, Grandmelò, 1996, pp. 258.
Il libro di Ciano, scritto nel 1996, conserva ancora oggi la sua validità e la sua freschezza d'invettiva contro i soprusi compiuti dai Piemontesi per imporre con la forza agli abitanti del Sud una unità non voluta e non sentita.
Il 1861 è un anno che ogni Meridionale deve ricordare, non per la pseudo unità imposta con la forza, ma perché quell'anno i Savoia iniziarono il massacro del Sud. Cannoni contro città indifese; baionette conficcate nelle carni di giovani, preti, contadini; donne violentate e sgozzate; vecchi e bambini trucidati. Case e chiese saccheggiate, monumenti abbattuti, libri bruciati, scuole chiuse.
La fucilazione di massa divenne pratica quotidiana. Dal 1861 al 1871, scrive Ciano, un milione di contadini furono abbattuti; anche se i governi piemontesi su questo massacro non fornivano dati, perché nessuno doveva sapere.
Il brigantaggio fu un grande movimento rivoluzionario e di massa, che lottò contro l'invasione piemontese. I briganti furono partigiani che difendevano la loro patria, la loro terra, il loro Re Borbone e la Chiesa cattolica. Dovevano essere annientati perché si opponevano alle mire colonialistiche dei piemontesi.
Rocco Biondi