Edmondo Pugliese, In Irpinia prima dell'Unità

Edmondo Pugliese, In Irpinia prima dell'Unità

Edmondo Pugliese, In Irpinia prima dell'Unità, Delta 3, Grottaminarda 2019, pp. 207.

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L’approfondito e molto documentato studio di Edmondo Pugliese si propone,  anche  in considerazione dei limiti che caratterizzarono il percorso unitario e la gestione dell’Unità nazionale, di evidenziare che i Borboni, sul piano  economico e culturale si avvalsero  dei validi contributi tecnici dei migliori esponenti  del ceto intellettuale irpino, quali De Renzi, Gussone, Pionati, Cassitto, Mannella, De Bellis, ecc.
Si venne a creare così una sorta di “cultura del territorio”, fatta di conoscenze legate al settore agricolo ed agroalimentare che si sarebbe perduta all’indomani dell’Unificazione Nazionale, quando il governo dei Piemontesi oltre a smantellare le industrie del Sud, determinò anche il declino dell’agricoltura.
In quei decenni infatti la produzione agricola-forestale dell’Irpinia, vocata alla coltivazione dei cereali, della vite, dell’olivo, delle culture ortofrutticole, senza dimenticare l’allevamento degli animali, che aveva sempre contraddistinto il Principato Ultra come un territorio fertile, incantevole dal punto di vista paesaggistico e rigoglioso di suggestive fioriture di piante officinali, utilizzate per uso terapeutico dai numerosi speziali e dottori in medicina.
Dopo l’Unificazione si impose un quadro d’insieme di una Irpinia rurale e arretrata, come del resto tutto il Sud, poco sviluppata e senza risorse. A far emergere dall’oblio questo patrimonio culturale di studi e di ricerche, in una terra dall’economia e dalla vocazione eminentemente agricola, oltre lo sguardo storico della retorica risorgimentale, è la ricerca di Edmondo Pugliese che ben rileva, attraverso una ricca e appropriata documentazione, come l’èlite culturale irpina accolse con favore l’istituzione della Società di Agricoltura e due anni dopo della Real Società Economica, organizzazioni ritenute le più adatte a favorire un piano di ristrutturazione agraria e nello stesso tempo un rilancio dell’artigiano e dell’industria, e valorizzare così le possibilità produttive della provincia. Questo saggio, dunque, rivela, se pur attraverso l’esame di alcune “memorie”, e numerosi documenti storici, una singolare ricchezza, non solo perché riesce a delineare  gli aspetti essenziali dello sviluppo economico e sociale realizzatosi in Irpinia, a partire dai primi anni dell’Ottocento, ma anche il contesto strutturale di un’epoca, in cui “il trapasso da ordinamenti antiquati verso riforme che avevano il sapore rivoluzionario, non si presentava agevole, né di facile assimilazioni erano le nuove teorie”.