'O Vangelo cuntato 'a Santu Marco vutato a llengua nosta

'O Vangelo cuntato 'a Santu Marco vutato a llengua nosta

Antonio Luiso, 'O Vangelo cuntato 'a Santu Marco vutato a llengua nosta con testo a fronte Evangelium secundum Marcum, Controcorrente, Napoli 2015, pp. 128

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Il Vangelo di Marco è la predicazione di Gesù come portatrice di gioia e letizia per tutti. Il contenuto è la signoria di Dio che viene e si realizza tramite grandi opere di salvezza. Fu composto probabilmente a Roma in un periodo anteriore al 70 dopo Cristo, destinato ai cristiani provenienti dal paganesimo.
Le ragioni per cui la scelta di scrivere un Vangelo in napoletano è caduta su Marco non sono solo di carattere teologico. Essendo tra i quattro Vangeli, quello a carattere più narrativo, e dunque letterario, si è voluto mettere alla prova la lingua napoletana su un testo di alto livello spirituale. Si è scelto cioè di iniziare dal Vangelo che, per quella sua natura, avrebbe comportato di meno il rischio di mandare in crisi la nostra parlata. La lingua ha retto più che bene, tanto che, dopo questa traduzione, l'Autore ha manifestato l'intenzione di cimentarsi con altre opere.
Colorito e severo, incalzante e schietto, allusivo e icastico, delicato e solenne, l'idioma napoletano restituisce appieno la profondità del testo e la potenza del messaggio, esaltandone la sacralità e il mistero.
Quest'opera introduce, dunque, un'inedita prospettiva di lettura e costituisce un passo significativo nella direzione del rilancio della lingua napoletana, che, per la sua ricchezza, la sua musicalità e la sua espressività merita di essere rivalutata e amata non solo rileggendone i grandi classici, ma anche raccogliendo le sfide della traduzione e della creazione.